Becchi Rina

Becchi Rina

Nata a Reggiolo nel 1939, seconda di sette fratelli, vive ora a Correggio, dedicandosi alla pittura e alla poesia. Pittrice autodidatta, riesce ad imprimere sulla tela, momenti di vita trascorsi nella campagna. Rina sa imporsi con semplicità, ma al contempo in modo vigoroso e con la consapevolezza di dare una sincera visione dei suoi ricordi. La realtà e la memoria offrono belle visioni della sua creatività, fino a rendere partecipi gli spettatori di momenti bucolici, di vissuti sedimentati nel bagaglio dei ricordi. La sua pittura è una continua scoperta, Rina sembra quasi alla ricerca di una sua identità, di un continuo elogio della memoria, un lavoro umile ed esaltante che la spinge a dipingere. Ha tenuto diverse mostre personali, due anche a Luzzara, dove è presente un suo dipinto presso il museo delle arti naïve. Rina ci descrive momenti bucolici, sereni, ci dà emozioni di altri tempi e ci fa partecipi con la sua semplicità del suo amore per la nostra terra.

Rina Becchi ha sprigionato al meglio la sua vena artistica anche per merito del compagno, Enero Barchi, che per tanti anni l’ha sostenuta. Nel 2016 ha scritto un libro autobiografico intitolato “La mia favola” dal quale possiamo leggere, nella postfazione di Alfredo Gianolio, un passaggio dedicato a Enero: Enero Barchi (28 ottobre 1938 – 16 ottobre 2012) è stato un grande fotografo. Amante dei viaggi, che faceva con Rina, portava con sé una macchina fotografica con la quale, durante i suoi percorsi in varie parti del mondo, catturava splendide immagini: alberi che sbocciano a primavera dalle folte chiome o luccicanti al sole come tanti cristalli, oppure stroncati e corrosi dal tempo, pavoni con piumaggio dai colori smaglianti, monti, corsi d’acqua, colline, case contadine, e cattedrali romaniche: tutto quanto si mostrava ai suoi occhi curiosi e indagatori. La sua bravura fu pubblicamente apprezzata nella rassegna delle sue fotografie apparse, accanto ai dipinti di Rina, al Palazzo Cantarelli di Correggio nel settembre del 2014. La storica dell’arte Elisa Bellesia lo ha menzionato nel libro dell’Associazione “Amici dell’Arte” di Rio Saliceto, un punto di incontro di artisti e ricercatori storici. La sua poetica sensibilità, da anni sopita e interiorizzata, è stata risvegliata dall’amore e si è rivelata in modo aperto in splendida naturalezza.

Rina Becchi è anche socia dell’Associazione scrittori reggiani, che ha pubblicato il volume “Un poco di noi” e propone, tra le tante composizioni, alcune poesie della nostra socia.


A seguire una poesia dedicata al maestro Alfredo Gianolio


Una nebbia fitta toglie l'immagine
è una patina grigia
cerco invano di toglierla.

E... poi come d'incanto
tutto scompare
lasciando un cielo azzurro
come un mare capovolto.

Vorrei tuffarmi tra le onde
ma...alzando gli occhi
vedo, aggrappati ad un esile filo, tanti fogli,
di saggezza, storia, arte.

Giungeranno verso noi danzando nel cielo
queste parole di vita
è la tua immagine
che se ne va.

Non ti dico addio, caro maestro,
anche chiusa in una morsa di dolore
cerco un varco, un lembo d'azzurro
ove mandare poemi luminosi.

Inni melodiosi accompagneranno
un dipinto di rose e viole
grazie dell'insegnamento
camminerò fiera pensando a te
una delle tante, una delle poche.